Luoghi MARCI (MAggior Rischio in Caso di Incendio)

COME COMPROMETTERE LA TUA PROFESSIONE INSTALLANDO IMPIANTI ELETTRICI NEI LUOGHI MARCI ANCHE SE SAI COSA SONO

Se pensi che i luoghi MA.R.C.I. (Maggior Rischio in Caso di Incendio) siano quelli dove c’è la muffa o credi di conoscere tutto a riguardo, è molto probabile che tu appartenga a quella parte di elettricisti che si sbaglia di grosso e che rischia continuamente di mettere a repentaglio la propria carriera e la vita di qualcuno, senza neanche rendersene conto.

In questo articolo ti dirò:

  • Le cose che devi necessariamente sapere sui luoghi MA.R.C.I. per non incorrere in gravi, gravissimi, inconvenienti

 

  • Come vanno eseguiti correttamente gli impianti elettrici nelle case in legno

Una buona parte degli installatori in cui mi imbatto spesso, tra forum e gruppi Facebook, non ha la più pallida idea di cosa siano i luoghi a maggior rischio in caso di incendio, qualcuno – e non sto scherzando – ha esordito con frasi tipo: “Ma che sono i luoghi marci? Quelli con la muffa? ”.

Bene, tutto questo accade in accese discussioni che rivelano sempre l’esistenza di uno, due, tre, quattro, cinque – mi fermo qua –  sfortunati elettricisti di turno che invece, pur sapendo cosa siano i luoghi MA.R.C.I. , rischiano comunque di beccarsi una denuncia per colpa di grossi incompetenti…

Ti starai chiedendo come sia possibile una cosa del genere, ovvero, rischiare pericolosamente nonostante tu sia fra quelli che già conoscono cosa sono i luoghi MA.R.C.I. Sappi che non sarà la sola consapevolezza che il legno è altamente infiammabile a salvarti!

Troppi costruttori dal braccino corto sono in agguato dietro l’angolo e non vedono l’ora di fotterti, dicendoti che puoi considerare l’ambiente di tipo ordinario, quando, invece, di ordinario ha ben poco… e tu potresti non saperlo!

Specialmente se non hai letto cosa dice la norma a riguardo.

Esatto, ci sono delle prescrizioni.

Non essere frettoloso, cerchiamo di capire per bene il perché devi approfondire la conoscenza di questi luoghi. Alcuni scommetto che credi non siano inclusi… e invece lo sono!

ALT, partiamo con un concetto di fondamentale importanza, sui luoghi MA.R.C.I. :

1) Sono soggetti a normativa specifica del CEI, non puoi assolutamente fare l’impianto come negli ambienti ordinari!

2) Serve SEMPRE il progetto fatto dal progettista dell’impianto secondo DM 37/08 (art.5 comma 2 lettera D)

A meno che non ritieni un optional seguire le norme, converrai con me su quanto sia importante riuscire ad individuare immediatamente questi luoghi.

Se stai pensando di poter fare affidamento sulle conoscenze dei cosiddetti “professionisti” con cui hai a che fare e che seguono le pratiche edilizie, sappi che ti stai scavando la fossa da solo e che se dovesse succedere qualcosa, tutti potrebbero uscirne puliti tranne te: “la colpa è spesso dell’elettricista che ha fatto l’impianto”.

Ti parlo di architetti, geometri e altri soggetti preposti alle pratiche edilizie, che ti chiedono la dichiarazione di conformità senza sapere se in quel caso sia necessario allegare un progetto a firma di un tecnico abilitato.

La responsabilità è anche tua, quindi spetta a te sapere queste cose.

Purtroppo mi sono accorto che anche tra i progettisti elettrici c’è qualcuno che non sa in base a quali parametri un luogo è da considerare a maggior rischio in caso di incendio. Se stai leggendo questo articolo, saprai sicuramente che sono un progettista anche io e, oltre nutrirmi di norme e tecnicismi, sono ben consapevole di tutto quello che mi circonda e delle tortuose dinamiche che riguardano il nostro settore. Per questo motivo, dopo aver visto personalmente l’insorgere impetuoso di queste problematiche, vorrei che almeno chi legge queste mie parole corresse ai ripari, per preservare se stesso (e gli altri).

Non prendere sottogamba quello che leggerai in questo articolo, potrebbe esserti realmente d’aiuto.

Ad un mio cliente elettricista, non molto tempo fa, è stata affidata l’esecuzione di un impianto elettrico in una bella casa di legno e, inutile dirti, altamente infiammabile. Fortunatamente, aggiornamento e buon senso, l’hanno spinto a rivolgersi a me per redigere il progetto e ad organizzare un incontro tu per tu con il cliente finale e l’architetto.

Finite le presentazioni, sono partiti subito i battibecchi.

L’architetto, pieno di sé, non ha esitato neanche un minuto nel tentare di screditare la nostra professionalità, facendo intendere che l’elettricista fosse un buono a nulla, incapace di realizzare da solo l’impianto elettrico dell’abitazione. Perfino il cliente stava cominciano a dubitare della competenza dell’elettricista, affidandosi alle parole dell’architetto e vedendo che l’elettricista, effettivamente, aveva richiesto il mio ausilio per realizzare l’impianto.

Il committente non sapeva da che parte schierarsi e l’architetto NON sapeva che nelle case in legno è obbligatorio il progetto a firma di un tecnico abilitato.

L’unico competente però sembrava essere l’elettricista.

Dovevo pur fare qualcosa, così ho sfoderato l’arma più potente in grado di tutelare il lavoro degli elettricisti, o di distruggerlo se non la si sa usare: le norme.

Ho messo sotto al naso del committente la normativa in cui è chiaramente indicato che, per gli impianti elettrici nelle case di legno, la figura del progettista è necessaria per lo svolgimento corretto dei lavori e, finalmente, l’architetto si è fatto da parte e il mio cliente elettricista non si è fatto mettere i piedi in testa da chi ne capiva meno di lui di norme elettriche.

Pensa a cosa sarebbe successo se l’installatore avesse chinato il capo dinnanzi alla volontà dell’architetto e avesse realizzato l’impianto come si fa in una classica abitazione in muratura (e senza allegare il progetto del tecnico abilitato).

Pensa a cosa accadrebbe a te se ti capitasse una situazione del genere (sperando non ti sia già capitata).

Comprendi ora quanto la dichiarazione di conformità potrebbe diventare la tua condanna in sede giudiziaria?

Studia e informati.

Sei un professionista e in quanto tale NON devi dare retta alle voci di corridoio, anzi, di cantiere, altrimenti non potrai mai dormire sonni tranquilli e potresti finire nei guai per mano tua o per mano di altri. Per tutelarti hai necessariamente bisogno di avere tutte le conoscenze a disposizione, che ti permetteranno di agire nella maniera corretta e di controbattere tutte le accuse infondate che ti faranno. E questo sarebbe l’ultimo dei problemi.

Se non applicherai la norma relativa agli impianti elettrici nei luoghi MA.R.C.I. , il tuo impianto potrebbe essere seriamente una fonte di incendio e, anche se non lo fosse, dovresti ugualmente preoccuparti, poiché nelle indagini verrebbe fuori che il tuo impianto non è a norma e passeresti dei guai. Non credere che sia bassa la possibilità che scoppi un incendio per una qualunque causa, se si chiamano luoghi a maggior rischio in caso di incendio un motivo c’è.

“…il Nucleo Investigativo Antincendio del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha pubblicato, a settembre 2017, uno studio in cui è indicato che fino al 38% degli incendi negli edifici è dovuto agli impianti elettrici (in Finlandia la percentuale sale addirittura al 42%)…” 

E quando c’è incertezza sull’individuazione della causa di un incendio, spesso viene data ad un cortocircuito…

Se non vuoi credere alle mie parole, credi almeno a questi dati, parlano abbastanza chiaro.

È giunto il momento di capire qual è questa norma a cui dobbiamo tener fede e scoprire finalmente quali sono questi insidiosi luoghi MA.R.C.I.

EDIT dicembre 2021: Quello che leggerai ora è ciò che è indicato nella norma in vigore fino al 30 novembre 2021. A partire dal 1 dicembre 2021 le cose sono cambiate. Seguirà un prossimo articolo di aggiornamento sempre qui su Il Professionista Elettrico.

La CEI 64-8, nella sezione 751, distingue tre tipi di luoghi MA.R.C.I. in relazione alla causa che determina il maggior rischio. Per comodità li chiamerò di tipo A, B e C.

N.B. Premetto che sia il termine “luoghi MA.R.C.I.” sia la distinzione del tipo A, B, C sono indicazioni usate nel linguaggio comune, ma che non trovano riscontro nella norma, tuttavia aiutano a capirci al volo ?

 

Quali sono questi luoghi?

 

Luoghi di tipo A: edifici con elevata densità di affollamento o elevato tempo di sfollamento oppure elevato danno ad animali o cose, in caso di incendio.

Questa tipologia, come puoi vedere, contempla ben 3 categorie:

  • Edifici con elevata densità di affollamento o elevato tempo di sfollamento

Possono far parte di questa categoria: luoghi di pubblico spettacolo, cinema, teatri, discoteche, alberghi, asili nido, istituti scolastici, strutture civili con altezza di antincendio superiore a 24m, strutture adibite a persone disabili o con limitate capacità psichiche o fisiche (es. cecità), carceri, ospedali, buona parte dei locali indicati nel DPR 151/11 (elenco delle attività soggette a prevenzione incendi), ecc.

Pensa a cosa accadrebbe se il tuo impianto dovesse causare lo scoppio di un incendio in un asilo, dove

i bambini rischierebbero di rimanere feriti o perdere la vita.

Stiamo parlando di bambini, non adulti. Loro non hanno il senso del pericolo e non hanno abbastanza prestanza fisica e motoria per poter scappare, o abbastanza intelligenza per comprendere la situazione di pericolo in cui si trovano e quale può essere un luogo adatto per ripararsi.

Tu, oltre a vivere nel senso di colpa, perderesti la libertà fino alla fine dei tuoi giorni e questo non è pessimismo, è la realtà di quello che potrebbe accadere.

Dalle mie parti c’è un detto: “ è una volta che fa ”. Anche se ti è sempre andata bene, non puoi adagiarti sugli allori e fare lavori ad cazzum – ovvero, non a regola d’arte – rischiando che qualcuno prima o poi ci rimetta seriamente.

  • Elevato danno ad animali

Possono far parte di questa categoria: stalle, allevamenti intensivi di bestiame, ricoveri di animali in cui la mancanza dell’alimentazione elettrica ne provoca la morte (ad esempio quelli in cui ci sono mangiatoie elettriche o quelle in cui ci sono sistemi di ventilazione forzata, come accade per gli allevamenti di polli le cui feci producono ammonica e nel giro di 10 minuti, senza ricambio d’aria, morirebbero tutti), ecc.

Se crepano gli animali, oltre alla morte di queste povere bestie, per l’allevatore ci sarà una sostanziale perdita economica, dovuta al blocco della produzione e al dover acquistare nuovi animali.

Se la morte fosse causata da un difetto del tuo impianto elettrico, temo proprio che l’allevatore, presto o tardi, verrebbe a bussare alla tua porta… e non per portarti in regalo le uova delle sue galline.

  • Elevato danno a cose

Possono far parte di questa categoria: musei, luoghi pregevoli per rilevanza storica o artistica, tutti quei luoghi in cui vengono custodite cose che rappresentano un patrimonio culturale insostituibile (se bruciasse la Gioconda, ad esempio, sarebbe una perdita non da poco).

Da un mio cliente c’era un quadro, di non so di quale famoso pittore, che a suo dire valeva 800 mila euro. Se quel quadro si fosse ridotto ad un cumulo di cenere a seguito di un incendio causato dal famoso cortocircuito sul tuo impianto, mi sa che anche lui, assieme all’allevatore, si sarebbe presentato alla tua porta.

Luoghi di ti po B: edifici con strutture portanti in materiale combustibile.

  • Fanno parte di questa categoria gli chalet di montagna, gli edifici in legno, ecc.

Sono esclusi gli edifici che hanno in materiale combustibile solo il tetto: per ricadere in questa tipologia, infatti, è necessario che le colonne o le strutture portanti siano in materiale combustibile, ad es. in legno.

La norma lascia intendere che, se il materiale combustibile ha subito trattamenti tali per cui il legno diviene incombustibile (ad es. perché la classe di reazione al fuoco diviene pari a 0), il luogo non è più da considerare a maggior rischio in caso di incendio.

Ma anche con l’impiego di questi trattamenti, siamo sicuri che il materiale diventi davvero incombustibile?
Mettiamo che lo diventi. Ci vuole comunque qualcuno che lo certifichi.

Chi certificherebbe che il legno ha una classe di reazione al fuoco pari a 0? Non parlo di trattamenti che conferiscono un certo ritardo alla combustione, ovvero che rendono il materiale resistente al fuoco per un certo tempo (REI). REI 60 vuol dire che il materiale resiste 60 minuti, ma poi brucia.

A casa mia, come credo anche a casa tua, il legno è infiammabile, quindi il costruttore, per dichiarare che il legno non brucia, ti deve presentare un certificato sottoscritto da un tecnico abilitato, altrimenti sono solo chiacchiere.

Tra le cose che probabilmente ti sono sfuggite riguardo questo “brutto argomento” ce n’è una particolarmente curiosa…

Secondo la norma, l’unico documento idoneo ad attestare la classe di reazione al fuoco di un materiale, è l’atto di omologazione rilasciato da… attenzione, attenzione… dal Ministero dell’Interno, sulla base di una certificazione rilasciata da un laboratorio riconosciuto. Figuriamoci quindi se puoi fidarti della sola parola del costruttore dal braccino corto che mira a risparmiare 2 soldi a discapito della tua responsabilità!

Tra le varie avventure dei miei clienti, voglio raccontartene una in cui perdere l’impianto è stata la cosa migliore che potesse capitare al mio amico elettricista.

Sempre tra battibecchi e colpi di testa, sta volta il costruttore ha raggiunto l’apice dell’ignoranza e della pigrizia.
Sosteneva a gran voce che il legno con cui era stata costruita l’abitazione fosse ignifugo, ma di scritto nulla. Non ha prodotto uno straccio di prova che potesse certificare particolari requisiti antincendio del legno. Nonostante le nostre svariate sollecitazioni (si, in seguito sono intervenuto anche io ad aiutare l’elettricista), tra un “ma se ti dico che è ignifugo fidati” e un “non hai bisogno di alcuna certificazione, se ti dico che è così fidati”, l’installatore ha ben deciso di mandarlo a quel paese, sacrificando l’esecuzione di un impianto in nome della responsabilità e della norma CEI 64-8.

Personalmente, sono convinto sia stata la cosa migliore che lui potesse fare.

Se leggendo queste righe hai pensato che anche tu avresti rinunciato al lavoro a favore della tua responsabilità, allora siamo sulla stessa lunghezza d’onda e so che queste mie parole non saranno parole al vento.

Andiamo avanti, meriti di saperne di più.

Luoghi di tipo C: ambienti nei quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il deposito di materiali infiammabili o combustibili, quando il carico d’incendio specifico di progetto è superiore a 450MJ/mq.

 

  • Fanno parte di questa categoria i locali che contengono quantità di materiale combustibile rilevante in relazione alla superficie del locale stesso, ad esempio archivi, depositi di carta, falegnamerie, buona parte dei locali indicati nel DPR 151/11 (elenco delle attività soggette a prevenzione incendi), ecc.

N.B. La definizione del carico di incendio spetta ad un tecnico abilitato (non all’istallatore, né al progettista elettrico!). Devi farti sottoscrivere, almeno dal cliente, che il carico di incendio è inferiore a tale valore, altrimenti il tuo impianto elettrico, idoneo per un luogo ordinario, non solo potrebbe essere pericoloso, ma potresti essere imputato anche in questo caso a risarcire i danni.

Se nessuno ti dice nulla, fai quantomeno sottoscrivere due righe al committente con cui ti dichiara che l’edificio in cui devi realizzare l’impianto, non ricada in nessuna di queste tipologie. La stessa CEI 64-8 ti chiede di farlo (vedi art. 751.03.1.1). Per la realizzazione degli impianti elettrici in questi luoghi, occorre applicare alcune prescrizioni normative più restrittive che sono indicate nel capitolo 751 della norma CEI 64-8. E non pensare che tutti i progettisti elettrici le conoscano. Potresti quindi trovarti un progetto che non rispetta le prescrizioni normative e se lo seguirai, realizzerai un impianto potenzialmente pericoloso.

E non credere che avendo rispettato il progetto tu sia completamente immune da qualsiasi responsabilità.

Si perché tu nella dichiarazione di conformità sottoscrivi di aver rispettato le norme tecniche applicabili all’impiego. Per l’appunto il capitolo 751 della norma CEI 64-8. Sarà quindi meglio per te conoscere almeno le indicazioni basilari della norma. Continua a leggere, ci sarà una bella sorpresa per te!

Ti sei mai trovato in una situazione in cui…

 

dovevi realizzare un impianto elettrico in un’abitazione destinata a dei disabili?

  • Ti sei mai chiesto se i disabili riuscivano ad evacuare velocemente e senza problemi? Oppure se il tempo di evacuazione poteva essere elevato perché magari erano sdraiati nel letto, dovevano montare sulla sedia a rotelle, uscire di casa e aspettare l’ascensore che li portasse giù dal quarto piano? Questo mentre le fiamme divampano… Potrebbe quella particolare abitazione essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

dovevi realizzare un impianto in un allevamento di bestiame intensivo?

  • Ti sei mai chiesto se la mancanza di alimentazione poteva provocare la morte degli animali? O se peluria o piumaggi potevano depositarsi sugli impianti elettrici, diminuire la dissipazione termica e arrivare ad incendiarsi? Non è impossibile e te lo dico perché è proprio capitato in un allevamento cunicolo dalle mie parti. Potrebbe quel particolare allevamento essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

dovevi realizzare un impianto elettrico in una casetta in legno nonostante fosse di pochi mq?

  • Ti sei mai chiesto se quel legno era combustibile? Qualcuno è riuscito a dimostrare con certificati attendibili che quel legno NON era combustibile? Potrebbe quella particolare abitazione in legno essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

dovevi realizzare un impianto elettrico in un archivio in cui erano stoccate quintalate di carta?

  • Ti sei chiesto se il carico di incendio poteva essere elevato? Ti eri fatto fornire dal cliente la valutazione del rischio incendio? Potrebbe quel particolare archivio essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

Se qualcuno di quei luoghi poteva essere considerato a maggior rischio in caso di incendio, spero che almeno tu abbia fatto tutto ciò che era in tuo potere per tutelare te stesso, per tutelare le persone che usavano quegli impianti, per tutelare le cose e gli animali presenti.

 

Vuoi davvero evitare di incorrere in queste spiacevoli situazioni?

Avrei un’infinità di cose da dirti a riguardo, ma non voglio annoiarti se non ti interessa diventare un vero professionista.

Ho deciso di lasciare a te la scelta.

Se e solo se ti interessa evitare di finire nei guai e aspiri ad essere riconosciuto come “Il Professionista Elettrico” a cui affiderebbero anche l’impianto del Louvre, ti farà piacere sapere che ho voluto mettere a tua disposizione e in forma totalmente gratuita una guida semplificata ed un video in cui ti spiego COME VANNO ESEGUITI GLI IMPIANTI NELLE CASE DI LEGNO.

 

Fossi in te, darei un’occhiata. La mole di informazioni contenute all’interno è davvero notevole!

Clicca su “Approfondisci l’argomento” a fine articolo e inserisci i dati nella finestra che compare e riceverai la mail dove troverai il link al video esplicativo accompagnato dalla guida su come devi eseguire gli impianti nelle case di legno.

Alla prossima,

Alessio Piamonti

P.S. spero di non aver perso tempo inutilmente fornendoti tutto questo materiale di grande valore, confido nella tua intelligenza e nella tua volontà di imparare, ma, soprattutto, spero che apprezzerai tutto quello che sto facendo per te.

P.P.S. all’interno del mio numeroso gruppo Facebook, molti dei membri si lamentano proprio a causa dei luoghi marci, ma, chiaramente, un mio commento non potrà mai essere abbastanza esplicativo quanto questa mini guida gratuita che ho messo a tua disposizione, proprio con la volontà di rispondere in maniera esaustiva a tutte le domande che mi vengono poste con più frequenza e a tutti i dilemmi con cui gli elettricisti sono costretti a convivere ogni giorno.

Clicca su “Approfondisci l’argomento” a fine articolo e inserisci i dati nella finestra che compare per ricevere subito la guida su come devi eseguire gli impianti nelle case di legno e il link al video esplicativo!

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27 commenti riguardo l'articolo “Luoghi MARCI (MAggior Rischio in Caso di Incendio)

  1. Ottimo articolo, come sempre! Conoscevo bene le Norme sui luoghi MARCI ma debbo dire che nessuno sino ad ora era stato così chiaro nel descrivere le implicazioni che comporta il realizzare impianti nei suddetti luoghi.

    • In realtà non è detto che l’autorimessa soggetta a CPI rientri per forza tra i luoghi MARCI.
      Per tagliare la testa al toro li consideri tali e stai dalla parte della sicurezza.
      In tal caso li puoi considerare luoghi di tipo A (ad esempio un’autorimessa multipiano) o addirittura A+C.

      A proposito di autorimesse ti segnalo che faccio un webinar specifico proprio per gli impianti elettrici nei box auto, nelle autorimesse e per la predisposizione della ricarica delle auto elettriche (obbligatoria secondo quanto stabilito nel Dlgs 257/16 nei nuovi impianti e nelle ristrutturazioni rilevanti).

      dettaglio corso

  2. È capitato anche a me di rifiutare un lavoro, centro storico, solai completamente di legno, per uso studio medico e con un grande archivio pieno di faldoni di carta.
    Molte persone, anche i privati, guardano solo il portafoglio non conoscendo il detto: “chi risparmia spreca!” …

  3. Gli impianti nelle case di legno devono essere realizzati seguendo la norma CEI 64-8/7 che ha articoli la cui interpretazione non è facile. In particolare le note 1 e 2 dell’art. 751.04.2.6 dove, all’interno di strutture combustibili, è un requisito obbligatorio la posa di un conduttore di protezione nudo ed è richiesto uh grado di protezione IP4X. ??? Chissà se l’articolo sarà di aiuto. Grazie comunque per l’aiuto che date.

    • Chi ha letto la guida e chi ha visto il video ricevuti richiedendo l’approfondimento, mi ha detto che sono stati documenti di fondamentale aiuto per il loro lavoro 😉

  4. Ottimo articolo davvero. Volevo porre una domanda. Sono da poco ultimati i lavori per la costruzione della mia nuova casa. L’elettrecista della ditta costruttrice mi ha rilasciato la dichiarazione di conformità dell’impianto secondo la norma CEI 64-8. Secondo il mio parere da ingorante l’impianto non è affatto a norma. Come posso dimostrarlo? A chi posso rivolgermi? Grazie a chi potrà rispondermi

    • Valutare se un impianto è realizzato a regola d’arte spetta ad un elettricista abilitato o ad un tecnico (ad esempio progettista elettrotecnico).
      Sarebbe interessante sapere il tuo punto di vista ed i motivi che ti fanno pensare che il tuo impianto non sia a norma.

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  5. Non mi è mai capitato di imbattermi in determinati impianti, ma a pensarci bene anche nell’ambito del normale ci possono essere locali o altro che pur non rientrando in impianti particolari … potrebbero cmq presentare caratteristiche particolari che devono avere attenzioni speciali. Si è un ottimo articolo e credo sia importante per noi professionisti del settore dagli una particplare importanza … Grazie per averci ppsto il problema .. Giuseppe

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